Non possiamo sapere con certezza cosa si dissero S. Francesco e Malik al-Kāmil. Tuttavia, la professione non ha lo scopo di creare ostilità, né di offendere l’altro. Una fonte araba confermerebbe infine la presenza di un monaco cristiano presso la corte di al-Kāmil: è l’epigrafe di Fakhr ad-Din al-Fārisī, direttore spirituale del Sultano. Brossura ISBN 10: 8806242873 ISBN 13: 9788806242879. Che cosa si sono detti il giullare di Dio e il sovrano saraceno nel pieno di una guerra sanguinosa? Padre Pacifico Sella, ofm – L’incontro tra frate Francesco e il Sultano. Insieme Francesco e il Sultano pregano: «Tu sei santo, Signore, solo Dio, che operi cose meravigliose. Proprio facendo riferimento a questo spirito, Papa Giovanni Paolo II, il 27 ottobre del 1986, ancora in clima di Guerra Fredda, si recò ad Assisi con i leader cristiani e delle religioni mondiali per pregare per la Pace. [12] John Tolan, Le Saint chez le Sultan, p. 21. La mostra fotografica sull’incontro tra San Francesco e il Sultano rimarrà aperta al pubblico fino al 1 settembre. [2] Francesco d’Assisi, Regola non bollata, XVI, in Fonti Francescane, n. 40. Il libro, nel canto XI del “Paradiso”, ricorda con alcuni celebri versi l’incontro tra Malik al-Kȃmil e San Francesco. [9] Jacques de Vitry, Historia occidentalis, (TDA) in John Tolan, Le Saint chez le Sultan, p. 44. Un approccio particolarmente presente nel Pontificato dell’attuale Papa Francesco, il quale ha fatto riferimento a quell’incontro e allo spirito d’Assisi in diverse occasioni. ‎800 ANNI FA — mentre era in atto la quinta Crociata che avrebbe portato i crociati in nuovi territori lontani da Gerusalemme e a scontrarsi con il sultanato degli Ayyubidi sul delta del Nilo, presso la città di Damietta — san Francesco d’Assisi intraprendeva un viaggio rivoluzionario quanto pericolo… Jeusset Gwenolé, San Francesco e l'Islam, Terra Santa 2009. Fortemente presente nella memoria del poverello di Assisi è infatti il comandamento di Cristo ad amare il nemico, tanto da scrivere, al capitolo 22 della regola che, sull’esempio di Cristo che «chiamò amico il suo traditore […], sono, dunque, nostri amici tutti coloro che ingiustamente ci infliggono tribolazioni e angustie, ignominie e ingiurie, dolori e sofferenze, martirio e morte, e li dobbiamo amare molto poiché, a motivo di ciò che essi ci infliggono, abbiamo la vita eterna»[13]. +39 02 26600431, L'incontro fra San Francesco e il Sultano [Fra Angelico via WikiArt]. Francesco e il Sultano. 0 ), http://www.santuariodelibera.it/FontiFrancescane/fontifrancescane.htm, http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2019/february/documents/papa-francesco_20190204_emiratiarabi-incontrointerreligioso.html. A Gerusalemme, in questi giorni, si stanno tenendo i lavori del Convegno dedicato agli 800 anni dell’incontro tra il Santo e il Sultano Malek al-Kamel, avvenuto 1219. A questo scenario, la Cronaca d’Ernoul aggiunge dei dettagli interessanti. ©2021 Fondazione Internazionale Oasis C.F. Siamo nel settembre del 1219. L’opera di Francesco diventa sempre di più quella di un uomo che ha cercato un’alternativa pacifica alle crociate[12]. In questi giorni in cui in Italia e in altri Paesi del mondo non è possibile... Piazza San Giorgio, 2 [10] S. Bonaventura, Leggenda Maggiore, c. IX, n. 8, in Fonti Francescane, n. 174. Atti della Giornata di Studio (Firenze, 25 settembre 2010), Studi Francescani, Firenze 2011. Nuovamente appare l’offerta da parte di Malik al-Kāmil di doni preziosi che Francesco rifiuta, con grande ammirazione del Sultano. Torino – Giovedì 6 giugno all’Arsenale della Pace si è tenuta la tavola rotonda «San Francesco e il Sultano. Nonostante la mancanza di dati certi da parte dei biografi e di testi arabi che descrivano l’incontro, le testimonianze esistenti che ne attestano la storicità sono diverse e provengono da fonti francescane e fonti crociate, come gli scritti del cardinale Jacques de Vitry, presente nel campo di Damietta all’epoca degli avvenimenti. Il Sito utilizza i cookie per raccogliere e conservare informazioni sulle preferenze degli utenti. Al contrario, col declino dell’impero ottomano e il depotenziamento delle armate musulmane, i filosofi illuministi del XVIII secolo, critici verso gli ordini religiosi, presentano Francesco come un fanatico pazzo davanti ad un Sultano saggio. Le parole rischiano di essere sterili. Grazie! I biografi non raccontano molto sulla permanenza dei due frati nel campo di Damietta. Secondo questo testo, il frate di Assisi, interrogato dal Sultano, chiede di poter parlare con lui, anche alla presenza dei suoi dottori, per dimostrar la verità della fede cristiana e la falsità della loro. Per convincerlo, gli propone la famosa ordalia del fuoco: «Io, con i tuoi sacerdoti, entrerò nel fuoco e così, almeno, potrai conoscere quale fede, a ragion veduta, si deve ritenere più certa e più santa»[10]. San Francesco e il sultano è un libro di Lucianetti Francesco Trabuio Gianfranco , pubblicato da Ancilla nella collana Piccoli lettori e nella sezione ad un prezzo di copertina di € 12,00 - 9788897420316 Francesco spiega di venire da una città vicino a Roma che si chiama Assisi, di essere inviati da Dio e di essere uomini al suo servizio, giunti al cospetto del Sultano per parlare di Dio e per parlare di pace. Un’opera che offre in forma poetica alcune riflessioni sul significato della parola dialogo e sull’origine profonda della pace. ( Sono intervenuti Alessandro Barbero, docente all’Università del Piemonte orientale, su “San Francesco e il Sultano: fra leggenda e realtà”; mons. San Francesco d’Assisi: riassunto della vita e la predicazione del santo patrono d’Italia e fondatore dell’ordine religioso che da lui prese il nome. Un progetto ambizioso, che subisce una svolta inaspettata. Il Sultano ascolta il frate e risponde che «l’indomani avrebbe convocato i suoi sapienti, i suoi sufi, per discutere con lui, che aveva detto parole oneste, inattese e accettabili.» Questi altri non sono più solo i cristiani, ma «ogni creatura umana» a cui i frati devono essere soggetti «per amore di Dio». Il tuo aiuto è prezioso per garantire la continuità, la qualità e l’indipendenza del nostro lavoro. Il capitolo piú avventuroso Francesco e il sultano: recensione del libro di Ernesto Ferrero. Ecco allora che l’approccio di Francesco, basato su rispetto dell’altro e testimonianza della vita, diventa una luce a cui guardare nelle relazioni interreligiose. Questo allora gli propone di accettare quei doni per offrirli ai poveri e alle chiese, ma Illuminato racconta l’ulteriore rifiuto di Francesco, giustificato dal desiderio di rimanere libero dal denaro[11]. Sono infatti passati 800 anni da quel 1219, in cui, in piena crociata, in Egitto, un semplice frate di Assisi decise di oltrepassare la frontiera del campo crociato e incontrare il capo della fazione avversa, armato solo del suo saio e della sua fede. Tra gli storici c’è chi ha criticato fortemente la visione di un Francesco “pacifista”, vista come un’elaborazione strumentale, un “mito” recente. Malik al-Kāmil, nipote di Saladino e Sultano di Egitto e Palestina, era un uomo di cultura, conosciuto per la sua giustizia e per il suo interesse verso le discussioni scientifiche e religiose. Francesco e il Sultano. 20123 - Milano Naturalmente ci fu un uso ideologico del fatto e ci furono anche gli scettici (incontro storicamente avvenuto e poi stop). Il primo compito è quello della testimonianza della vita, più importante delle parole, come ribadisce in diversi scritti: «E tutti i frati si guardino dal calunniare alcuno, e evitino le dispute di parole», scrive al capitolo XIX della stessa Regola. Al capitolo XIV della sua Regola non Bollata, scrive infatti che «quando i frati vanno per il mondo», in qualunque casa entrino, devono augurare la pace: «non resistano al malvagio; ma se uno li percuote su una guancia, gli offrano l’altra. Da quel momento in poi, racconta Tommaso da Celano, Francesco «mutò le armi mondane in quelle spirituali, ed in luogo della gloria militare ricevette una investitura divina»[1]. Quale era lo spirito che ha accompagnato il Santo d’Assisi? Il sultano e l’imperatore Federico II, nel 1229, stipularono il primo patto di smilitarizzazione pacifica di Gerusalemme che conosciamo, e che resse per tre lustri, fino al 1244. [6] Alfonso Marini, “Storia contestata: Francesco d'Assisi e l'Islam”, p. 1-2. Il cardinale racconta infatti che «[Francesco] partì per il campo del Sultano d’Egitto senza alcuna paura, forte dello scudo della fede», mentre quest’ultimo venne «convertito alla dolcezza dallo sguardo di quest’uomo di Dio»[9]. Al contrario, Francesco dedica loro un intero capitolo della sua Regola. È con questo invito a seguire il padrone, invece del servo, che Francesco si trasforma, secondo i suoi confratelli, in autentico e spirituale Miles Christi, soldato di Cristo, cioè colui che ama il nemico, invece di ucciderlo. Il rifiuto dei dottori è categorico[8]. Il beato Francesco, per testimoniare la fede di Cristo, volle entrare in un gran fuoco con i sacerdoti del Sultano di Babilonia. Il Sultano e San Francesco Di Tiziano Terzani. MILANO – Dopo l’attacco terroristico alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, la scrittrice e giornalista Oriana Fallaci espresse duramente il suo punto di vista in articoli di giornale e libri. Per maggiori informazioni visita il nostro sito Informativa sulla Privacy. Rispondendo all'appello fatto dal nostro responsabile della curia generale fra Benedict Ayodi abbiamo creato il grande progetto 'FRANCESCO E IL SULTANO che ci vedrà impegnati per l’intero biennio 2018-2020 (speriamo anche in collaborazione con le altre famiglie francescane). Proprio questo silenzio è stato interpretato, nel tempo, in modi diversi. Al momento non sono disponibili copie per questo codice ISBN. Se non possono rendere la sua anima e quella del suo popolo a Dio, nulla ha più valore. Giuseppe Buffon, Francesco l'ospite folle. Sono queste le indicazioni che hanno accompagnato l’ordine francescano in questi 800 anni, permettendogli di rimanere presente pacificamente in Terra Santa. Contesto e preoccupazioni storiche hanno determinato la lettura che ne hanno fatto le singole epoche. E cosa dice oggi a noi quel famoso evento? È il celebre incontro tra San Francesco e il Sultano. È il celebre incontro tra San Francesco e il Sultano. Negli 800 anni trascorsi da quello storico e misterioso incontro, molti sono stati gli interrogativi sorti, le rappresentazioni e le interpretazioni di cui è stato fatto oggetto. Sull’attendibilità delle Fonti Francescane il dibattito è ancora aperto[6]. (di Timothy Verdon). Tiziano Terzani le scrisse una lunga lettera di risposta intitolata Il Sultano e San Francesco.Eccola di seguito. Pelagio è un uomo autoritario, in dissenso, all’interno del campo, con il re Giovanni di Gerusalemme ed altri capi della crociata. Con sicurezza, sappiamo solo che il Sultano d’Egitto accolse il poverello d’Assisi e lo rilasciò incolume, fatto di per sé strabiliante visto il periodo di forte tensione tra musulmani e cristiani. Casa editrice: Einaudi, 2019. Dopo essere stato per diversi anni in Egitto al servizio dei profughi sudanesi,... Liturgia eucaristica in siriaco – rito maronita. Nel giugno 1219 Francesco d'Assisi parte per nave alla volta dell'Oriente e si lancia in un'impresa temeraria: raggiungere Damietta assediata dai crociati e incontrare il Sultano d'Egitto. Saladino (in arabo: صلاح الدين يوسف بن أيوب ‎, Ṣalāḥ al-Dīn Yūsuf ibn Ayyūb, in curdo: سەلاحەدینی ئەییووبی; Tikrit, 1137 – Damasco, 4 marzo 1193) è stato un sovrano e condottiero curdo, sultano d'Egitto, Siria, Yemen e Hijaz, dal 1174 alla sua morte, col titolo di al-Malik al-Nāṣir ("il sovrano vittorioso"). Vogliono solo tornare nel campo cristiano. Francesco comanda ai frati di andare «come agnelli in mezzo ai lupi», laddove la pecora è simbolo dell’umiltà di Cristo. Prima parte del cartone animato della storia "San Francesco e il lupo di Gubbio" narrata nei Fioretti. [16]  Discorso del Santo Padre Francesco, Incontro Interreligioso al Founder’s Memorial di Abu Dhabi, 4/02/2019 [consultato il 13/03/2019], http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2019/february/documents/papa-francesco_20190204_emiratiarabi-incontrointerreligioso.html. Francesco allora offrì di entrare nel fuoco da solo, se il sultano avrebbe promesso di convertirsi nel caso il santo ne uscisse illeso. Cortesia, rispetto e dialogo, caratterizzano la conversazione tra San Francesco e Il sultano. La destinazione finale è il centro dei combattimenti, Damietta, la città sul delta del Nilo considerata dai crociati la chiave per raggiungere il Cairo e andare al cuore dell’esercito musulmano, nell’impossibilità di conquistare Gerusalemme. Appunti: Il sultano d’Egitto, Malik-al-Kamil, era nipote (di zio) del Saladino. Francesco e il sultano. L'enciclopedia online ha intercettato uno degli insopprimibili moti umani, la curiosità, Un piccolo capolavoro davanti alla Chiesa di santo Stefano degli Abissini, Se ne parla nel saggio di Patrizio Bianchi "Nello specchio della scuola", Organo ufficiale di stampa della Basilica di San Francesco d'Assisi Al contrario dell’Ernoul però, il cardinale racconta che Francesco non solo si professò cristiano, ma ebbe modo di parlare al Sultano della sua fede in Cristo nel corso di diversi giorni e di essere ascoltato. Il santo però, “poiché voleva restare libero dal peso del denaro”, non accettò. Del viaggio dall’Italia si conosce poco. Il sultano trova gran piacere ad ascoltare Francesco, quello strano monaco venuto dall’Italia. La storia del Patrono d’Italia è quella, ordinaria, di un giovane nato da famiglia agiata, destinato a una vita di privilegi. Conquista militare e evangelizzazione andavano, infatti, di pari passo. [1] Tommaso da Celano, Vita seconda di San Francesco, c.2, n.6, in Fonti Francescane, n. 586-587 [consultato il 13/03/2019], http://www.santuariodelibera.it/FontiFrancescane/fontifrancescane.htm. Una prova che il Santo è disposto a fare anche da solo. [8] Aa. Inoltre, tutte le principali fonti dell’epoca sono concordi nel presentare lo spirito di coraggio che animava Francesco e la saggezza che caratterizzava il Sultano. [14] Francesco d’Assisi, Regola non bollata, XVI, in Fonti Francescane, n. 42-44. Però nessuno di essi volle entrare con lui ma tutti fuggirono subito dalla presenza del Santo e del Sultano. La versione concorda con quella di Jacques de Vitry, soprattutto per quanto riguarda l’attraversata coraggiosa dei due frati e l’incontro rispettoso con il Sultano. Però nessuno di essi volle entrare con lui ma tutti fuggirono subito dalla presenza del Santo e del Sultano. Il suo sogno uguale a quello di molti suoi coetanei: diventare cavaliere. 800 anni da un incredibile incontro è un libro di Enzo Fortunato , Piero Damosso pubblicato da San Paolo Edizioni nella collana I Papi del terzo millennio: acquista su IBS a 16.00€! Bolletino della Società internazionale di studi francescani, Fondazione Centro italiano di studi sull'alto medioevo, Spoleto 2012. Sono infatti passati 800 anni da quel 1219, in cui, in piena crociata, in Egitto, un semplice frate di Assisi decise di oltrepassare la frontiera del campo crociato e incontrare il capo della fazione avversa, armato solo del suo saio e della sua fede. Non è Francesco a usarla per sé. Il Santo non si è mai espresso a riguardo in modo netto e chiaro. È il racconto in parole, musica, canto e immagini, di un incontro cruciale avvenuto tra Francesco e Malik al Kamil, Sultano d’Egitto e di Siria, 800 anni fa in Egitto, a Damietta. Sappiamo però che questo tipo di ordalia, era stata abolita da papa Innocenzo III nel Concilio Lateranense IV. Le fonti, spesso di parte, presentano diverse lacune. Qual è la posizione di Francesco sulle crociate e la guerra? Piuttosto i biografi, dopo il racconto della visione, iniziano ad attribuirla al Santo, recuperandone il senso originario. [13] Francesco d’Assisi, Regola non bollata, c. XXII, in Fonti Francescane, n. 56. Altri studiosi, come Massignon e Basetti-Sani, hanno invece visto nello spirito francescano i semi di un’opposizione netta[4]. https://www.analisidellopera.it/san-francesco-davanti-al-sultano-giotto Nel 1203, mentre cerca di raggiungere Lecce per imbarcarsi verso Gerusalemme e partecipare alla IV crociata, bandita dal “Servo di Dio” Papa Innocenzo III, una rivelazione cambia la rotta della vita di Francesco. Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo, Tu sei re onnipotente, Tu, Padre santo, re del cielo e della terra. Una visione particolare, considerato che il sentire dell’epoca vede i musulmani come dei nemici «immondi», come li definì Papa Urbano II nel famoso discorso di Clermont. [15] Francesco d’Assisi, Regola non bollata, XVII, in Fonti Francescane, n. 46. L’ordine è quello di tornare ad Assisi. Era infatti il 1219 quando, in piena Quinta Crociata, il frate Francesco d’Assisi s’imbarcò per raggiungere la Terra Santa, e si recò dal Sultano d’Egitto Malik Al Kamil. di Redazione Web 04/10/2019. Francesco e il sultano. Nei secoli ha ispirato molti pittori, ma l’affresco di Giotto conservato nella basilica superiore di Assisi intitolato “Prova del Fuoco” è quello più noto e forse artisticamente insuperabile. Sultano Sei dunque un vero uomo di fede, perché è detto: I credenti sono coloro che, quando Allah viene menzionato provano un tremore nel loro cuore. In un secondo momento può arrivare l’evangelizzazione vera e propria, ma solo «quando piace al Signore». Il mite re Giovanni di Brienne vuole accettare l’accordo. Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, È un’interpretazione contestata, ma che ben si sposa con le posizioni del Santo sulla fraternità, l’amore al nemico e il rapporto con i musulmani. Ma sappiamo quello che afferma sull’amore al nemico, che per imitatio Christi, diventa amico. Il motivo che ottocento anni fa (1219) spinse san Francesco a Damietta, Egitto, per incontrare il sultano nel mezzo di una guerra fra cristiani e saraceni Huit siècles d’interprétation, L’Univers historique, 2007, p. 76-77. Dalle cronache cristiane sappiamo anche che non era un guerrafondaio: secondo le parole del cardinale Jacques de Vitry, la sua benevolenza «nei riguardi dei cristiani crociati divenne sempre più grande»[7]. | Viviana Schiavo, Ultimo aggiornamento: 28/03/2019 12:22:11. Allora Francesco gli chiese di far accendere “un fuoco il più grande possibile”, e disse: “Io con i tuoi sacerdoti entrerò nel fuoco e così, almeno, potrai conoscere quale fede, a ragion veduta, si deve ritenere più certa e più santa”. Questi “lo ascoltò volentieri e lo pregava vivamente di restare presso di lui”, ma esitò ad accettare l’invito a convertirsi con tutto il suo popolo. Motivo di divisione era la proposta fatta dal Sultano di porre fine alle ostilità in Egitto, cedendo Gerusalemme ai crociati. Tradurre i Salmi nella lingua del Corano: l’esperimento di Mohammad al-Sadeq... Negli anni ’50, un intellettuale musulmano e un frate domenicano... Afif Osseiran: un cristiano venuto dall’Islam. Questo è il momento che Giotto illustra: Francesco al centro che indica sia il fuoco che se stesso, mentre a sinistra i sacerdoti musulmani si dileguano e, a destra, il sultano, rifiutando l’offerta di Francesco di entrare nel fuoco solo, a sua volta gli offre “molti doni preziosi…per distribuirli ai cristiani poveri e alle chiese, a salvezza dell’anima sua”. Dal 2004 lavoriamo per favorire la conoscenza reciproca tra cristiani e musulmani e studiamo il modo in cui essi vivono e intrepretano le grandi sfide del mondo contemporaneo. Se il Serafico fosse sopravvissuto alle fiamme lui e il suo popolo si sarebbero convertiti a Cristo. Per questa ragione e visto il carattere umile del Santo, molti storici hanno rifiutato la veridicità di questa offerta. Francesco Io non potrò che prostrarmi con rispetto e ascoltare ogni volta che verrà pronunciato il nome di Dio. Il racconto prosegue con il Sultano che invita i due frati a restare con lui: Francesco e Illuminato declinano la proposta, così come quella di prendere dell’oro e dell’argento. [4] Giulio Basetti-Sani, L’Islam e Francesco D’Assisi. Chiediamo il contributo di chi, come te, ha a cuore la nostra missione, condivide i nostri valori e cerca approfondimenti seri ma accessibili sul mondo islamico e sui suoi rapporti con l’Occidente. Questo evento viene narrato nel nono capitolo della Legenda Maior, dove Bonaventura parla della carità che spingeva Francesco a voler annunciare il vangelo a tutti gli uomini, e dell’attrazione che il santo provava davanti alla possibilità del martirio. Alcuni autori del XV secolo, per esempio, sottolineano la violenza del Sultano e del suo esercito. Sicuramente incontrano diversi re cristiani e il legato apostolico, Pelagio Galvan. La conversione verso Dio». Anche in questa versione, Francesco rifiuta, affermando di essere disposto a rimanere solo nel caso di una conversione di al-Kāmil al cristianesimo. Il beato Francesco, per testimoniare la fede di Cristo, volle entrare in un gran fuoco con i sacerdoti del Sultano di Babilonia. Un racconto confermato da San Bonaventura, il quale al contempo, come l’Ernoul e riportando le parole di fra’ Illuminato, descrive un Sultano talmente colpito dal Santo da chiedergli di restare presso la sua corte. La funzione di questo episodio è infatti quella di associare Francesco al grado più alto della santità cristiana, quello dei martiri, dimostrando la completa disponibilità del Poverello a morire per Cristo. Questo articolo fa parte di un'antologia di articoli critici su Oriana Fallaci. Sacro Convento, © 2020 tutti i diritti riservati • Credits. Il 2019 è un anno di festeggiamenti per l’ordine francescano e la Chiesa cattolica. Si tratta di un’espressione attribuita, a partire da S. Bernardo, ai crociati, ma che affonda le sue radici in S. Paolo, con un’accezione tutta spirituale: «Insieme con me prendi anche tu la tua parte di sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù» (2Tim 2,3). La V crociata e l’incontro con il Sultano. Volere la pace, promuovere la pace, essere strumenti di pace: siamo qui per questo[16]. Le rencontre de François d’Assise et de l’islam. Estremamente interessante è la versione contenuta nella Regola non bollata del 1221, scritta quindi appena due anni dopo l’incontro con il Sultano, che non lascia dubbi sulla visione francescana dell’evangelizzazione. San Francesco e il corno del Sultano Sarebbe un dono fatto dal Sultano al Santo durante la sua visita in Egitto. Ferrero, Ernesto . Uno dei più straordinari gesti di pace nella storia del dialogo fra cristianesimo e islam, […] [5] S. Bonaventura, Leggenda Maggiore, c. IX, n. 7, in Fonti Francescane, n. 1172. [3] Per una panoramica delle posizioni vedi Alfonso Marini, “Storia contestata: Francesco d'Assisi e l'Islam”, in Franciscana. Il terzo tentativo fu quello buono per l’incontro con Malek al- Kamel. L’invito alla pace diventa allora un pensiero costante per il giovane. 20/03/2019 Tra il XIX e il XX secolo, la visione è quella di un’azione civilizzatrice, che incarna a pieno lo spirito di bontà attribuito alle colonizzazioni dell’epoca. Nel 1219 Francesco realizzò finalmente un suo ardente desiderio: predicare la fede cristiana ai musulmani. Ma il sultano gli rispose: “Non credo che qualcuno dei miei sacerdoti abbia voglia di esporsi al fuoco o di affrontare la tortura per difendere la sua fede”, e Bonaventura a questo punto soggiunge che il sultano infatti “si era visto…scomparire immediatamente sotto gli occhi, uno dei suoi sacerdoti, famoso e d’età avanzata, appena udite le parole della sfida”. E se Francesco non parla apertamente di fraternità universale, l’umiltà rimane primaria caratteristica dell’ordine e il servizio agli altri una costante. Anche in questo affresco, come ne La rinuncia agli averi, Giotto spacca la composizione dall’alto verso il basso, con il sultano e la sua corte a destra e Francesco a sinistra. Il seme di questa custodia di Terra Santa, che poi verrà formalizzata dalla Chiesa nel 1343, iniziò due anni prima dell’incontro tra Francesco e il sultano, perché Francesco fonda la provincia d’Oltremare nel 1217. Il Santo è allora rappresentato, in diversi quadri, mentre legato viene portato violentemente davanti ad un Sultano poco incline ad ascoltarlo. I frati non devono quindi nascondere la propria fede. Il fatto storico che ha appassionato tanti artisti è l’incontro di San Francesco con il sultano d’Egitto Al-Malika Al–Kamil avvenuto nel 1219 durante la quinta Crociata. Alla radice dell’incolmabile distanza tra questi due mondi vi è poi sempre il denaro, perché mentre Francesco è pronto a dare la vita, il sultano non offre che “molti doni preziosi”. Aprile 21, 2017 11:37 ZENIT Staff Chiese locali. Francesco, secondo Bonaventura (che riprende molti elementi da Tommaso da Celano, primo biografo del santo), intima il Sultano alla prova del fuoco. In entrambe le versioni, Francesco riesce a parlare con il Sultano e ad annunciare la sua fede in Cristo, dichiarando a motivo della sua visita la salvezza di al-Kāmil e del suo popolo. Le volte che Papa Bergoglio ha citato il Santo di Assisi, Wikipedia, vent'anni di sapere 'fatto in casa', Presepe nascosto nei Giardini Vaticani fatto di cartoncino riciclato. 94068840274 - email: Per offrirti una migliore esperienza su questo sito utilizziamo cookie tecnici e di profilazione. Sono gli atti che permettono di aprire i cuori e manifestare l’amore di Cristo: «Tutti i frati, tuttavia, predichino con le opere»[15]. Sultano: – Così sia, insieme lodiamo – ed esploriamo – il nostro Dio Buono e Misericordioso! Con il passo di un romanzo d'avventura e la precisione di una biografia, Francesco e il Sultano trasforma il tessuto di racconti favolosi che chiamiamo Storia in una vicenda che continua a riguardarci da vicino.

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